STATUTO “CLUB AMICI DELLA BICI” Addì tre ottobre millenovecentonovantatre, in una trattoria toscana vede la luce il gruppo “Amici della Bici”, il cui intento è di aggregare un buon numero (non c’è limite) di amanti del più semplice e perfetto (perché non inquina, non fa rumore, fa bene al fisico e porta lontano) mezzo di trasporto. Gli “Amici della Bici”, in seguito chiamati per brevità “amici” o “gruppo”, fanno delle due ruote motivo di svago per lo spirito e di salute per il corpo. Il gruppo è dotato di propri distintivo e divisa e di uno Statuto composto da sedici articoli (non tutti seri), qui sotto riportato.
Art. 1-del gruppo degli “Amici della Bici” può entrare a far parte chiunque sia stato contagiato dal morbo della bicicletta a qualunque titolo, che sia donna (particolarmente gradite) o uomo; pedalante oppure no, purché non determinato a seminar zizzania. Art. 2-con la denominazione ufficiale “Club Amici della Bici”, il gruppo è affiliato al Centro Sportivo Italiano (C.S.I.). La sede è in via Bari, 8. Art. 3-non sono previste riunioni a scadenza fissa: chi ha idee o programmi li propone, in tempi brevi il tam-tam dei ciclisti li diffonde e chi li ritiene validi li attua. Art. 4-gli “amici” vanno in bicicletta come più gli aggrada, forte o piano, da soli o in compagnia, nella più completa libertà. Art. 5-quando sono in compagnia, pedalano a scopo prevalentemente turistico, non agonistico, pur permettendosi robuste tirate quando le gambe danno il loro consenso. Questo articolo prevede che sia concesso “perdere” tempo ad ammirare il paesaggio (in occasioni particolari si può perfino scattare qualche fotografia), che si chiacchieri in allegria (almeno finché non subentra il fiatone), che non nascano ripicche. Ammessi gli sfottò. Art. 6-gli “amici” sanno che la bicicletta è un piacere che non esclude altri: quello per la buona tavola, per un generoso bicchiere di vino, per il caffè e l’ammazzacaffè e, per chi proprio lo vuole, anche quello di una insana sigaretta. Non restano esclusi neppure altri piaceri meno nominabili. Art. 7-gli “amici” pedalano anche per allargare la cerchia delle loro conoscenze, reputando piacevole incontrare persone con interessi simili. Art. 8-il gruppo pratica il mutuo soccorso in caso di necessità sia fisiche che meccaniche di qualche aderente. I più esperti (simbolicamente definiti “capitani della strada”) danno consigli ai novizi in cambio di lunghe permanenze in scia. Art. 9-gli “amici” non disdegnano di misurarsi nelle Gran Fondo che oramai vengono organizzate dappertutto, tenendo fede al motto “più è dura, più ci si diverte”. Prima, durante la programmazione e dopo, nel ricordo; un po’ meno durante. Art.10-gli “amici” non fanno uso di sostanze eccitanti (tranne il the e il caffè). Non abusano di vitamine ed integratori energetici, riservando la loro assunzione ad occasioni particolari, consci che più di tanto al proprio fisico non è lecito chiedere. Se madre natura ha ritenuto di fornirli di un motore da 500 cc, devono serenamente rassegnarsi ai sorpassi delle Ferrari. Art.11-gli “amici” rispettano le regole della strada. Qualche volta passano col rosso, ma dopo essersi guardati bene intorno, perché fra tanti vasi di ferro, quelli di coccio sono proprio loro. Art.12-convinti che anche l’occhio vuole la sua parte, gli “amici” curano la bicicletta, pur senza divenirne schiavi, e l’abbigliamento. Pretendono le giuste misure per il telaio del loro mezzo ed evitano l’antiestetica pedalata “a gambe larghe”. Art.13-gli “amici” fanno un uso equilibrato della bicicletta. Non la antepongono ai doveri familiari e agli obblighi lavorativi. Tentano però di coinvolgere nella loro passione, non sempre con successo, mogli, figli e fidanzate. Art.14-ben consci che il ciclismo non è solo quello da loro praticato, gli “amici” seguono con partecipazione le imprese dei campioni sia in tivù che su giornali e riviste, assistendo, quando possibile, di persona alle gare ed incitando tutti i partecipanti. Art.15-periodicamente il gruppo organizza uscite a largo raggio. Fra esse spicca quella di fine stagione, da effettuarsi entro i primi giorni di ottobre. Art.16-periodicamente vengono pure organizzati incontri conviviali (pranzi e cene) nei quali ognuno mangia e paga per sé.
Considerato che chi ama la bicicletta è, in fondo al suo animo, un romantico, simbolica sintesi di questo Statuto può considerarsi il breve brano, sotto riportato, di Alfredo Oriani, poeta-scrittore (e ciclista) romagnolo di fine Ottocento: “Il piacere della bicicletta è quello stesso della libertà, andarsene ovunque, in ogni momento senza preoccupazione. Volare come un uccello, ecco il sogno; correre in bicicletta , ecco oggi il piacere. Si torna giovani, si diventa poeti. La bicicletta siete voi stessi, è il vostro piede diventato ruota, è la vostra pelle cambiata in gomma che scivola sul terreno. La fatica resta un gioco, è piccola, lieve, muta.” |
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